Estratto dal “Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica” di Gaetano Moroni (Venezia, 1851).
Cardinale Pietro Ottoboni |
Divenuto il pro-zio Alessandro
VIII, pochi giorni dopo, a’ 7 novembre 1689, di 22 anni, lo creò cardinale
diacono di S. Lorenzo in Damaso, segretario de’ memoriali, soprintendente
generale di tutto lo stato ecclesiastico, legato d’Avignone e vicecancelliere
di s. Chiesa. Lo provvide anche di ricche abbazie e pingui benefizi, che
oltrepassavano l’annua rendita di scudi 50.000 i quali erano stati riservati
dall’antecessore Innocenzo XI per piatto de’ nuovi cardinali, accordandogli
pure la facoltà di esigere i frutti non esatti de’ benefizi vacanti, che
ascendevano a somme considerabili. Il senato veneto, nell’assenza da Roma
dell’ambasciatore, lo incaricò de’ suoi affari, e il re di Francia gli affidò
la protettoria del suo regno, nominandolo ai più ricchi benefizi della
monarchia. Ad onta di tante copiose rendite si aggravò di debiti in modo che
dopo morte la sua preziosa suppellettile non bastò a pagare i creditori. Quella
magnificenza che usava nel suo trattamento, la faceva risplendere ancora nel
servigio di Dio, nell’ornamento de’ sacri templi, nella maestà e decoro delle
ecclesiastiche funzioni, e nella famosa biblioteca, la quale nella sceltezza
de’ libri e nel numero de’ codici greci, latini ed ebraici, al dire del p.
Montfaucon, solo alla Vaticana cedeva. Bellissimo era pure il museo di medaglie
da lui raccolto, di cui fa menzione il cardinale Noris, in una lettera scritta
al Magliabecchi. Al pro-zio fece innalzare nella basilica Vaticana un magnifico
e sontuoso mausoleo, cui la preziosità de’ marmi, l’eleganza e maestà delle
statue, de’ bassorilievi e degli ornati lo rendono uno de’ più belli e
pregievoli che adornino quel tempio. In
favore de’ poveri aprì nella parrocchia di s. Lorenzo in Damaso una spezieria,
per somministrare loro gratuitamente le medicine, passandogli ancora medico e
chirurgo. Negli anni santi 1700 e 1725 mostrò la sua divozione e carità,
incontrando i pellegrini, che poi riceveva nella propria casa, sovveniva e
serviva a mensa. Fu ascritto a quasi tutte le congregazioni cardinalizie, non
che fu arciprete Liberiano e poi Lateranense, gran priore d’Irlanda, e
segretario del s. Offizio. Trovossi presente a sei conclavi, e per la sua
autorità e destrezza vi ebbe gran parte, massime in quello di Clemente XI.
Ritenuto in commenda s. Lorenzo in Damaso,ottenne successivamente il vescovato
di Ostia e Velletri, dove non vi fu alcun luogo pio a cui non recasse aiuto.
Finalmente mentre tenevasi il conclave di Benedetto XIV, fu sorpreso da grave
malattia e dovette uscirne, morendo in Roma a’ 28 febbraio 1740, d’anni 73 non
compiti, e 50 di cardinalato, decano del sacro collegio, e fu sepolto in s.
Lorenzo in Damaso, nella cappella del ss. Sagramento da esso lui fondata, senza
alcun funebre memoria. In questa basilica, mentre era vescovo di Porto, fece
costruire una vaga e adorna confessione in onore di s. Ippolito martire, in cui
fu collocata la di lui statua scolpita in marmo bianco, col ciclo pasquale
composto dal santo, impresso in tavola di marmo, negli ultimi restauri
trasferita nella nave destra. Benedetto XIV perla Biblioteca Vaticana
acquistò la suddetta libreria.
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